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        Zauli, Pane di Vita presentazione alla collettiva, Centro Culturale 
        “Lionello D’Este”, Ferrara 1977. 
        “Il disegno è delizioso, prezioso nel segno e nel chiaroscuro….E’ 
        di un’originalità eccezionale. Scandisce le note in un alternarsi 
        di voci e suoni “bianchi” suggestivi. 
        N. Vignoli, presentazione alla 
        Personale, Galleria d’Arte “Dei Tribunali”, Bologna 
        1980. 
        “Lussureggianti: questa è forse una parola adatta per dire 
        delle opere di Emma Civallero”. 
        P. Lenzini, presentazione alla 
        Personale, Galleria Voltone della Molinella, Faenza 1982. 
        “Il mondo fantastico o meglio immaginifico dell’artista si 
        plasma sulla rilettura della cultura figurativa “Art Nouveau” 
        e “Floreale”. 
        A. Rontini, presentazione alla Personale, Galleria Studio 
        Inquadrature 33, Firenze 1982. 
        “Emma, con la capacità dei suoi ceselli, tesse una trama 
        dietro cui possiamo scoprire anche un mondo ricco di silenzi immoti. 
        Bravissima a svolgere il segno, un demone le guida l’idea ed un 
        angelo le ispira la musicalità del percorso. Segni finissimi con 
        cui ritrae lembi di spazio pronti a ridursi da un vento improvviso tutto 
        cenere e notte. Ma la tua MUSA vigila sicura. 
        G. Beccioni, Galleria Studio Inquadrature 33, Firenze 
        in “Eco d’Arte”, Maggio-Giugno 1982. 
        L. Cavallari, presentazione alla Personale, Centro d’Arte 
        Studio 5, Bologna 1984. 
        “Ma che cosa vuole e perché va contro corrente questa artista 
        che perde mesi a perfezionare di puntinato le linee fluenti dei ritratti 
        enigmatici di donna?”. 
        B. Fusi, L’Eleganza narrativa di Emma Civallero, 
        in “Milano19”,XI,7,p.11.“Il suo 
        racconto pittorico rimbalza dal figurativismo al simbolismo astratto, 
        allusivo, ricco di una inesausta vena incantata” 
        F. Tedeschi, Emma Civallero, “Il 
        segno e il simbolo iconografico”, in “Images Art & Life”, 
        II, 5, Gennaio-Febbraio-Marzo 1988, p. 54. 
        “La Civallero, pur nelle sue allegoriche visioni, non rinnega la 
        realtà delle cose, che a volte mimetizza dietro griglie geometriche 
        e/o puntinate in linee ellittiche e a spirale”. 
        C. Gullotta, I colori di Civallero 
        da Alice alle carte, in “Repubblica”, 1/3/1988.  
        don Franco Patruno, presentazione alla personale,“Le 
        metamorfosi”Istituto di Cultura CASA GIORGIO CINI, Ferrara 1990. 
        “Le tavole della Civallero tutte giocate sui contorni e sulle simmetrie 
        di favole, rivalorizzano la geometrizzazione del gotico internazionale 
        e i significati più autentici dell’Art Nouveau. 
        La facilità che si suol dire “di mano” l’aiuta 
        nel crear multiformi particolari che si armonizzano velocemente con il 
        “tutto”. Per chi conosca il suo lavoro da anni lo stupore 
        si fa ancor più intenso quando può constatare che la totalità 
        e la compiutezza non nascono da preordinati modelli, ma sono il risultato 
        di un lento percorrere il foglio, quasi che i singoli segmenti abbiano 
        intrinseca la vocazione a confluire in un “senso” totale e 
        definitivo. 
        S. Cuppini, La stanza, il palazzo, 
        il muro, in Emma Civallero,“Le metamorfosi”, Circolo ACLI-Centro 
        Universitario, Urbino 1989; Istituto di cultura Casa Giorgio Cini, Ferrara 
        1990. 
        “Il colore si distende ora caldo ora freddo, sostanza impalpabile 
        che dissolve la linea facendola vibrare in uno spazio che non è 
        soltanto bidimensionale ma è alla ricerca di un volume, di una 
        profondità della memoria”. 
        M. Fuoco, Ossessiva donna, in “La 
        Gazzetta”, 12/3/1988. 
        S. Cuppini, Emma Civallero,”Le 
        metamorfosi” in “Images Art & Life”, IV,12, Gennaio-Febbraio-Marzo 
        1990, pp. 24-25. 
        R. Vitali, Le metamorfosi di Emma 
        Civallero, in “Mongolfiera”,118, 26/2/1990. 
        “Le composizioni di Emma Civallero ci appaiono sospese fra sogno 
        e astrazione grazie ad una componente ritmico/musicale sviluppata attraverso 
        il danzare dei segni”. 
        A. Caggiano, Emma Civallero. Dalle favole alla vita, 
        in “Carlino Ferrara”, 3/3/1990. 
        “I frammenti-quali segmenti residui di sinopia-hanno qui una strana 
        forza contemplativa e significante, con una loro suggestiva cifratura, 
        e d’incanto si ricompongono per dare concretezza a figure e ambientazioni: 
        appunto come una vecchia storia con il proprio insegnamento e la sua morale." 
        S. Evangelisti, in “Il Giornale 
        dell’Arte”, 76, Marzo 1990. 
        E. Verzella, La parola all’immagine,in “Leggere 
        donna, nuova serie” 26, Maggio-Giugno 1990, p.28. 
        “I suoi lavori evocano atmosfere onirico-surreali, misteriose e 
        piene d’ombre come quelle che sgorgano dall’inconscio, intervallate 
        da profili di figure intraviste su sfondi quasi informali o schematizzate 
        come nell’Art Nouveau”. 
        E. Righetti, Emma Civallero, Segrete figure, 
        in “Images Art & Life”, V, 19, pp.34-35 1991. 
        “Inizialmente il colore come sottomesso al dominio del segno grafico, 
        campiva, luminoso e compatto, brani ben delimitati dell’immagine. 
        Al contrario la produzione artistica più recente della Civallero 
        si avvale di un utilizzo diverso della componente cromatica: suggestive 
        macchie di colore levitano sul reticolo lineare, acquistando autonomia”. 
        R.M., Una Personale di Civallero alla 
        Galleria Arte Europa, in “L’Adige”, 13/3/1992. 
        M. Miretti, Triplice griglia decorativa, in “Il 
        Resto del Carlino”, 17/3/1993. 
        G. Zagni,”Un’artista affascinata 
        dall’Oriente” Incontro con Emma Civallero, in “Tredi”, 
        II, 5, 26/3/1993, p.3. 
        “Come fantasmi appaiono le sue figure “parlanti” o seminascoste 
        tra le ombre come testimoni discreti di quanto avviene sul “palcoscenico” 
        che è rappresentato dalle figure principali del quadro”. 
        L. Rainone, Sogni e segni, Emma Civallero, Ibidem. 
        “Dietro le vibranti macchie di colore, l’occhio si perde nel 
        continuo crearsi e dissolversi di linee, di essenze geometriche, di intrecci 
        vegetali, di immagini sottratte ai sogni, di desideri non interamente 
        espressi”.   
        
       
         
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      alla "maniera" di Piero 
        della Francesca  
       
          
        E. Bianciardi, Emma Civallero, Fughe nell’inconscio 
        in “ART journal”, III,6, Novembre-Dicembre 2005, p.27. 
        “Fughe nell’inconscio, appunto perché Emma estrae dalla 
        carta e dai colori, come faceva da bambina con il legno dei mobili della 
        sua camera, forme e sembianze umane, quasi sempre femminili, perché 
        sono estratte da se stessa, dal proprio io, dal proprio inconscio.” 
        E. Bianciardi, Emma Civallero, Il Labirinto dell’anima 
        in “ART journal”, V, I, Gennaio-Febbraio 2007, p.33. 
        “Figure umane appaiono improvvise ed inattese: sono quasi sempre 
        figure femminili, sono le figure che provengono dall’inconscio dell’artista 
        e si concretano in soggetti fantastici" 
        D. Bellotti, Emma Civallero, Collettiva:”Dipinti 
        e Sculture” ART JOURNAL, III, Maggio-Giugno 2008, p.24 
        “Ha da tempo raggiunto la definizione di uno stile che la contraddistingue; 
        i tratti delle sue figure, i volti delineati in punta di pennello, i profili 
        dei corpi si compongono nelle sue opere con una frammentazione di elementi, 
        in un ordine grafico assolutamente personale, che a volte si risolve in 
        una raffinata commistione di elementi astratti e di eleganti trasparenze” 
        A. Grossi, Collettiva: "Giugno al 
        Baraccano" ART JOURNAL, IV, Luglio-Agosto 2009, p.24. 
        "I suoi dipinti si configurano così come costruzioni 
        di parziali decostruzioni che recuperano - per intera - l’origine 
        prima della forma; colori che si rabbrumano e raggrumano, immaginazioni 
        riconosciute o riconoscibili all’interno di una sua, propria ipoteca 
        artistica che segnala rinnovati valori costruttivi nell’assenza 
        di contorni delineati. E’ uno speciale tipo di pittura “agita”, 
        agitata da forme mai intrappolate nell’immagine, incollate e tenute 
        assieme sopra il temerario terreno dell’incongruo." 
        Anna F. Biondolillo, "1° Premio 
        Internazionale Città di New York", Gennaio 2010. 
         "Il connubio ricerca-sentimento rende l'operato 
        di eccelsa fattura e forte impatto emotivo, per cui conduce ad un immediato 
        consenso del fruitore." 
        M.Turra Emma Civallero, "Segni e Sogni Personale 
        Sala di città San Lazzaro di Savena" ART JOURNAL, II, Marzo-Aprile 
        2011 p.33. 
        "Spazia tra segni e sogni Emma Civallero, artista bolognese che fa 
        della pittura uno strumento di conoscenza e indagine del mondo, tra preziosi 
        e impalpabili sottotesti quanto ondivaghe e imprevedibili premonizioni 
        di futuro. Grande viaggiatrice nel reale e nell’onirico, la pittrice 
        ci presenta, con la grazia e il garbo di chi non vuole invadere la scena, 
        opere create nel corso del tempo, dentro uno studio - casa custode di 
        rapporti e silenzi, mondi imperscrutabili del suo essere artista, donna 
        e professionista insieme." 
        M.Turra Emma Civallero a "Milano Expo 2015 
        International Contemporary Art" centrale idroelettrica Taccani - 
        Trezzo sull'Adda - Milano Città Metropolitana a cura di Giorgio 
        Grasso 
        2 Maggio-2 Agosto 2015. 
        "Le opere portate all'Expo, della dimensione di cinquanta 
        centimetri per settanta, realizzate a tecnica mista, si ispirano ai quattro 
        elementi del ciclo vitale: terra, acqua, aria e fuoco. Alle fondamenta 
        del cosmo, le forze costitutive della natura appaiono, nella ricerca dell'autrice, 
        affascinanti percorsi legati da trame imperscrutabili, gravide di simboli 
        e significati esoterici. Colori, evanescenze e trasparenze attribuiscono 
        a ciascun elemento una propria dimensione spirituale, lasciando affiorare 
        l'umano in tutto il suo mistero." 
        M.Turra Ottobre 2015,"UN' ARTISTA UN CRITICO" 
        progetto giornata del contemporaneo AMACI: Civallero - Turra, Galleria 
        De Marchi (Bo). 
        "L'emozione del colore che Emma Civallero sa trasmettere, qualcosa 
        che, unito alla padronanza del segno, rende ogni quadro una sorta di mappa 
        dell'anima, labirinti dove lo spettatore è progressivamente condotto 
        a perdersi e solo in un secondo tempo a individuare e scoprire contenuti. 
        In ciascuna di queste opere la componente favolistica si dispiega con 
        leggerezza nello spazio pittorico, a dirci che giocare è bello, 
        nonostante tutto e a dispetto di tutto." 
        P. Levi luglio 2018, 
        1° Premio Internazionale Arte Palermo Capitale della Cultura 2018. 
        "Le opere di Emma Civallero ci offrono una 
        vasta gamma di stati d'animo ed emozioni tradotte in immagini, frutto 
        della sua fantasia e del suo estro creativo. Le vibrazioni raccolte nell'ampio 
        scenario dei momenti vissuti si imprimono con sovrapposizioni armoniche 
        sul supporto: dosa con accortezza ogni elemento cromatico e luministico, 
        ricreando impressionistiche atmosfere ove far affiorare i sentimenti sollecitati 
        dall'ispirazione o sedimentati nella memoria con lirica espressività. 
        Fine 2019 MICHELA TURRA all'improvviso 
        muore. Domenica mattina l'ho vista sulla navetta T1 e al pomeriggio lei 
        muore in casa, ciao Michela carissima spero tu stia bene dove sei. 
        Emma Civallero 2020 dal mese di febbraio 
        inizia ufficialmente il problema Corona Virus e si blocca tutto. Il virus 
        Corona si pensa che nel dicembre 2019 fosse già presente in Italia 
        ma che nessuno se ne fosse accorto. Il primo a denunciare il Corona è 
        stato un medico cinese che, in Cina, è stato messo subito a tacere 
        in prigione. Scarcerato il medico perché il virus era diventato 
        ufficiale nel mondo lui è morto come un martire. Io ho finito un 
        quadro e ne sto facendo un'altro vedremo come sarà il futuro.... 
        
      
        
        
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